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La Passione Vivente:

tradizione rinnovata

 

La Passione Vivente è tra le manifestazioni culturali e religiose più importanti e rappresentative di Arce, che ogni anno, il venerdì santo, richiama migliaia di spettatori che, da tutta la provincia e oltre, vengono ad ammirare la sacra rappresentazione, realizzata con attori del luogo, in uno scenario sempre vario e spettacolarmente imponente.
Si tratta di una manifestazione di trentennale esperienza, che ha saputo creare una collaudata tradizione, per l’originalità della rappresentazione: il rispetto rigoroso della verità storica e religiosa, coniugato artisticamente con un linguaggio scenico attuale e vivo, in un suggestivo paesaggio frammisto, anch’esso, di antico e di attuale, di passato e di presente. La firma del pittore Pietro Annigoni per i manifesti, è indice tangibile di apprezzamento e di sicura validità artistico-culturale della manifestazione di Arce.
La Passione Vivente di Arce ha, dunque, il fascino di una grande rappresentazione popolare che vive in un piccolo paese, di origini antichissime la cui storia è densa di episodi importanti.
Prima, ad Arce, c’erano semplici, spontanee tradizioni popolari, patrimonio della provincia nella quale si colloca, immutate nei secoli ed estranee nel tempo. E vi erano, in qualche caso, rappresentazioni di tipo recitativo, di origine più recente, legate alla fissità della scena. Si è fatta, allora, analisi e sintesi di quanto preesisteva e si è creato qualcosa che è profondamente nuovo, eppure legato all’antico, che è tale da sottrarre le tradizioni all’insidia del tempo e che è soprattutto capace, per i suoi caratteri, per l’originalità, per la spettacolarità, di richiamare grandi folle anche da luoghi lontani.

Nelle vie e nelle piazze del paese vengono ricostruiti, a grandezza naturale, con imponenti scenografie, i luoghi della Gerusalemme antica e in questi scenari, resi ancor più suggestivi dalla bellezza naturale dei luoghi, si muovono centinaia di figuranti in costume d’epoca.
Dialoghi, musiche e luci, in una successione di oltre trenta scene sapientemente legate fra loro, rendono coinvolgente la rappresentazione fino a farla divenire una sorta di spettacolare film in presa diretta.
A chi volesse spiegarsi le ragioni di un così grande e, per molti versi, imprevedibile successo, non sarebbe arduo far notare, oltre l’originalità e il carattere di sintesi di tradizioni di per sé suggestive, l’importanza e la fedeltà storica delle ricostruzioni sceniche, che mutano letteralmente l’aspetto di vie e piazze del paese; il numero di personaggi, che si contano a centinaia, la varietà e la rigorosità dei costumi, la puntualità della macchina organizzativa.
E ancora su altri elementi è giusto fermare l’attenzione: l’impiego di tecnologie avanzate, grazie alle quali si ottengono particolari effetti, la trama narrativa, con dialoghi, musiche e danza, mai presente prima in una rappresentazione di così vasto respiro della durata di quasi due ore, durante le quali, a ritmo serrato, si succedono decine di scene, che si svolgono, non in teatro ma nelle vie del paese.
A monte di tutto questo, la collegialità e continuità dello sforzo organizzativo, che dura mesi interi e vede impegnati artisti, consulente storici, artigiani, tecnici. Ma, questa presentazione non può in alcun modo bastare a far capire cosa sia, in effetti, la rappresentazione del Venerdì Santo di Arce.
Occorre essere li, quel giorno, tra migliaia di persone, in una folla che è essa stessa suggestivo spettacolo, e vedere decine e decine di soldati romani marciare dietro i loro vessilli e il Cristo tra la gente osannante e poi tradito e condannato. E vedere, da ultimo, su una rupe, le tre croci lentamente e realmente levarsi, ciascuna col suo fardello umano, ed essere infisse al suolo, mentre, da sfondo, contro il cielo, le ruvide pietre di case antiche assistono immote. Una manifestazione così non la si potrebbe ripetere altrove, fuori di questi luoghi e della gente che in essi vive e lavora paziente, pazientemente accettando la vita e la morte, senza lampi né clamore.
Ma quest’anno la Pro Loco ha voluto dare ancor più lustro alla manifestazione rendendola parte integrante di quattro pacchetti turistici che permetteranno, a quanti vorranno venire ad Arce nel fine settimana pasquale, di conoscere anche altri meravigliosi luoghi della nostra verde provincia, valorizzando la storia delle genti di Ciociaria, con escursioni a Casamari, Montecassino, alle grotte di Pastena o al Parco Archeologico di Fregellae.
In ultima battuta vogliamo aggiungere delle “informazioni di servizio” molto utili per quanti assisteranno all’evento, che dal 2003 è biennale: la manifestazione ha inizio alle ore 20.00 e, attraverso il succedersi di varie scene, giunge all’epilogo drammatico della Crocifissione. Per assistere a quest’ultima parte, occorrerà portarsi nel vicino largario antistante la casa comunale. In tale occasione sarà inutile affrettarsi eccessivamente, dal momento che la scena non avrà inizio prima che il pubblico abbia raggiunto il luogo. Durante la manifestazione sarà opportuno non accalcarsi contro le transenne delimitanti lo spazio riservato al pubblico e seguire attentamente le indicazioni del servizio d’ordine.
In caso di maltempo, la manifestazione avrà luogo la domenica di Pasqua, alla stessa ora.
Per ulteriori informazioni, sia sui pacchetti turistici realizzati dalla Pro Loco, sia sulla manifestazione in se, è possibile contattare direttamente l’ente di promozione turistica ai numeri 0776-524109 o, se amate navigare in internet, visitando i siti www.passionevivente.it o www.arcenews.it.

 

Corriere del Sud Lazio N° 10 2005

Fabiola De Marco

 

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